POTERE AL POPOLO PER LA NAZIONALIZZAZIONE
- la fine delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni, il blocco della svendita del patrimonio manifatturiero, la ripubblicizzazione delle industrie e delle infrastrutture strategiche privatizzate negli anni passati;
- la fissazione di un tetto per gli stipendi e le liquidazioni dei grandi manager;
- la nazionalizzazione della Banca d'Italia e la creazione di un Polo finanziario pubblico per il credito a partire dalla ripubblicizzazione di Cassa Depositi e Prestiti à per sostenere gli Enti locali in progetti di pubblica utilità à e delle principali banche;
- il ripristino della separazione tra banche di risparmio e di affari;
- l'istituzione di una commissione per l'audit sul debito pubblico, in funzione della sua rinegoziazione e ristrutturazione, andando a colpire la quota del debito detenuta dal grande capitale speculativo e per una conferenza internazionale sul debito. Il debito pubblico italiano non dipende dall'aver vissuto 'al di sopra delle nostre possibilità': il rapporto tra entrate e uscite dello stato è in attivo, al netto degli interessi, da circa 25 anni (per 672 miliardi dal 1980 al 2012), ma ci siamo indebitati ulteriormente per pagare alla finanza privata 2.230 miliardi di interessi a tassi di usura.
POTERE AL POPOLO PER LA NAZIONALIZZAZIONE
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